Uno studio clinico condotto presso la Stanford University in California ha valutato gli effetti di una dieta ricca di fibre rispetto a una dieta ricca di alimenti fermentati sul microbiota intestinale e sull’infiammazione. Trentanove partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi e hanno seguito una dieta per 10 settimane. I partecipanti alla dieta ricca di fibre hanno aumentato l’assunzione di fibre a una media di 45 g/giorno, mentre quelli alla dieta ricca di alimenti fermentati hanno aumentato il consumo di alimenti fermentati a una media di sei porzioni al giorno. Entrambe le diete sono state associate a una maggiore diversità del microbiota (ovvero, a un maggior numero di diversi batteri benefici nell’intestino) e a una diminuzione di vari marcatori infiammatori, ma gli effetti sono stati più pronunciati con la dieta ricca di alimenti fermentati.
Secondo una meta-analisi che ha incluso dieci studi di coorte (per un totale di 385.122 partecipanti), il consumo di latticini fermentati è associato a un ridotto rischio di malattie cardiovascolari. Un’altra revisione sistematica e meta-analisi dei dati di 18 studi clinici randomizzati controllati (per un totale di 843 partecipanti) ha valutato gli effetti degli alimenti fermentati in pazienti con diabete e prediabete. I risultati combinati hanno mostrato una significativa riduzione della glicemia a digiuno, dell’indice HOMA-IR (una valutazione del modello omeostatico della resistenza all’insulina), del colesterolo totale, del colesterolo LDL e della pressione diastolica nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo. I risultati di questa ricerca indicano che il consumo di alimenti fermentati ha il potenziale per migliorare la salute cardiometabolica.
Alcune evidenze suggeriscono che, migliorando l’equilibrio e la diversità del microbiota intestinale, il consumo di alimenti fermentati sia associato a un minor rischio di obesità. Uno squilibrio del microbiota intestinale (disbiosi) può portare a infiammazione cronica e aumento della permeabilità intestinale, entrambi fattori che favoriscono l’accumulo di grasso. I metaboliti prodotti dai batteri negli alimenti fermentati sembrano influenzare i geni e gli ormoni che controllano l’accumulo di grasso, la sensibilità all’insulina e l’appetito. In studi sugli animali e in alcuni piccoli studi clinici, alcuni alimenti fermentati sono stati associati a una riduzione dell’aumento di peso, della massa grassa o del grasso immagazzinato, ma sono necessari studi più ampi e a lungo termine sull’uomo per confermare questi effetti.
Alcuni studi hanno dimostrato che il kimchi e i batteri lattici da esso derivati possono esercitare effetti anti-obesità negli animali e nell’uomo. Si ritiene che questi effetti siano attribuibili alla modulazione del metabolismo lipidico e di diversi enzimi nel fegato e nel tessuto adiposo, nonché a vari biomarcatori sierici. L’aumentata presenza di Akkermansia, Lactobacillus e Bifidobacterium nel microbiota intestinale (che sono batteri benefici), il mantenimento di un rapporto equilibrato tra Bacteroidetes e Firmicutes, la promozione della produzione di acidi grassi a catena corta e il ripristino della permeabilità intestinale sono tutti processi che possono contribuire ai benefici anti-obesità del kimchi. Tuttavia, sembra che gli effetti dei batteri lattici e dei metaboliti del kimchi siano dose-dipendenti e ceppo-specifici.
Lascia un commento